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Raw Blame History

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Bambini in quarantena

Avvertenza: #restareacasa non è per tuttx un invito rassicurante. L'aumento della violenza domestica in un momento di forzata reclusione, oltre a essere facilmente deducibile, è stata rilevata nel primo epicentro del contagio, Wuhan, e sta cominciando a emergere anche nel secondo epicentro, l'Italia già tristemente nota per gli alti numeri di femmincidio per mano di "chi ha le chiavi di casa".

In questi giorni sui social network girano video agghiaccianti di violenza domestica, video che le sentinelle femministe in rete stanno mappando e provando a contenere.

L'azione più importante per contrastare la violenza in giorni di domesticità forzata è stata messa in campo dalla rete dei centri antiviolenza Italiana, DiRE, con il supporto comunicativo del movimento transfemmininsta Non Una Di Meno. Questa rete ha infatti garantito il regolare funzionamento dei telefoni di emergenza nazionali e regionali.

In questo contesto, emerge con sempre più evidenza come la violenza di genere (e del genere) sia un dispositivo strutturale contro cui va attivata una prospettiva di trasformazione sistemica, in un arco che va dall'educazione al lavoro. Inoltre, nell'orizzonte di questa doppia pandemia, troppo spesso ci si dimentica dei più piccol*, vittime allo stesso modo della stessa violenza.

Superata questa premessa, è inutile dire come la domesticità forzata sia una scommessa anche tra persone e famiglie non violente. Se poi nel gruppo domestico ci sono anche bamin*, magari chiusi in case troppo piccole e senza un'area aperta accessibile, la cosa si fa molto complessa! In questo senso, è utile attrazzarsi per garantire a tutt* una convivenza piacevole, a partire dal fatto che il primo suggerimento è quello di spiegare, con un linguaggio adatto all'età dei bambin* che abbiamo vicino, cosa sta succedendo, come si sta vivendo questa emergenza e perché questi scenari si verificano.

In questi giorni molte iniziative in tal senso sono nate mettendo in atto: un uso differente di tecnologie già in essere; pressioni per l'abbattimento dei muri all'accesso di archivi digitali preesistenti; la produzione di conteunti per non-adulti sull'emergenza in corso; infine, pratiche di cura collettiva tra famiglie, quartieri e gruppi di persone.

New unthinkable fields of negotiation between adults and children...

Qui di seguito alcuni consigli

Non dimenticarti di ballare!

Non muoversi è letale per chiunque, in particolare per i più piccol*. In quarantena forzata, è utile definire un momento della giornata dove ci si dedica al corpo, ognun* a seconda delle proprie capacità fisiche. Se non si può uscire di casa, passeggiare e correre, basta alzare la musica e ballare fino allo sfinimento!

Condividi storie audio

Leggi ad alta voce, scandendo bene le parole e senza fretta, le storie per bambin* che vuoi registrare. Hai già un registratore, è il tuo smartphone! Invita altra gente a farlo e apri una mail dove raccogliere il contriuto audio di ciascun*. Per diffondere le storie puoi aprire un canale telegram dove caricarle di volta in volta (ma attenzione che due al giorno sono più che sufficienti!), o farle girare nelle chat delle tue comunità. Qui un esempio. Inoltre, esistono già diversi podcast per bamin* come questo.

Produci o usa contenunti per bambini fatti da bambini

Capire cosa sta succedendo non è semplice per nessun*, figurarsi per chi non ha chiaro cosa sia un virus e, per questo, capisce solo restrizioni incomprensibili.

Parlare con i più piccoli è quindi importante e può anche portare alla creazione di contenuti e punti di vista inediti intorno all'emergenza. Produrre con loro, o mostrargli questi contenuti, è un modo per collettivizare senza barriere linguistiche d'accesso quello che succede. Inoltre, serve a vincere la paura di ciò che non si conosce.

Questo video è un utile esempio. Ci sono anche già delle prime guide per bambin* sul tema. Ma in rete girano contributi "domestici" molto divertenti e utili per passare il tempo insieme, che possono essere facilmente realizzati insieme con uno smartphone.

Collettivizza la cura dei più piccoli

In questa emergenza, molte famiglie sono in enormi difficoltà finanziarie o lavorative. In alcuni casi, hanno perso mesi di stipendio, in altri, sono costrette ad andare al lavoro nonostante le scuole siano chiuse (Italia). Il ricorso ai nonni è da evitare con fermezza, giacché l'età e alcune patologie preesistenti sono uno dei motivi di mortalità maggiore per Coronavirus. Per queste ragioni, è meglio organizzarsi altrimenti!

a. Coordinati con le famiglie del condominio per gestire i più piccoli insieme. b. Organizza un servizio di baysitteraggio di quartiere attraverso persone che mettono a disposizione gratuitamente il loro tempo per giocare. Qui un esempio milanese messo in piedi attraverso il coordinamento tra persone che hanno necessità, persone che hanno disponibilità di tempo, un semplice exell e il supporto di un legale qualora vi fossero da gestire i blocchi alla mobilità.

Non rinunciare alla socialità!

Anche i bambini possono usare le tecnologie. In questo periodo di isolamento, strumenti come jitsi.org permettono di organizzare video chiamate collettive da cui anche i più piccol* possono trarre vantaggio. Organizza con altre famiglie merende collettive virtuali e chiacchiere tra bambin*. Fai qualcos'altro nel frattempo, rispetta la loro privacy!

I compiti a casa

A seconda delle scuole, in questo periodo ai bambini sono assegnati più o meno compiti da fare a casa.

Nella fascia prescolare e scolare il suggerimento è di decidere insieme a loro uno specifico orario del giorno in cui fare i compiti insieme. Non assecondare un eventuale eccessivo carico: meglio leggere un libro in più! Inoltre, alcuni archivi sono stati aperti per l'emergenza come quello della didattica della Fondazione Reggio Children.

Nella fascia degli adolescenti le cose sono più complesse perché sono state attivate diverse modalità di lezioni online. Anche qui l'auspicio è quello di considerare l'aspetto emotivo degli studenti e non solo il loro rendimento e tasso di produttività. Anche qui, meglio approfondire e discutere le ragioni della crisi che compilare task neutri.